La parità lavoro è ancora un’utopia: 2 persone su 3 desiderano che il capo sia un uomo
Sono trascorsi parecchi anni da quanto è stata raggiunta una certa parità di trattamento sul lavoro: uomini e donne, ai sensi della legge, dovrebbero essere trattati, infatti, allo stesso modo e pertanto ricevere gli stessi diritti ed avere le stesse opportunità. Ma è davvero così?
Perché queste differenze? Perché questa discrepanza? Secondo Randstad, appare una visione del rapporto lavorativo ancorata alle vecchie tradizioni secondo le quali maggiori potenzialità adatte al contesto lavorativo siano da demandarsi all’essere maschile: concentrazione, capacità di mantenere il controllo sullo stress, e migliori capacità di gestione della stanchezza sarebbero rappresentativi di un’idea generale, che andrebbe tuttavia contrastata con una migliore sensibilizzazione.