La mano della mafia dietro alle rivolte nel carcere romano

Le proteste che si verificarono nello scorso 9 Marzo in tutte le case circondariali della nostra nazione , in maniera contemporanea e simultanea , avevano suscitato un grande clamore tanto che nei telegiornali si parlava più di queste vicende che dell’arrivo del Covid-19 e dell’emergenza che presto si sarebbe aperta.
Nello specifico a Rebibbia, carcere noto della Capitale , circa 300 detenuti mettevano in atto un rivolta distruggendo alcuni luoghi nello stesso interno e aggredendo moltissimi agenti della Polizia Penitenziaria che semplicemente stavano svolgendo il loro lavoro.

Il Pm Cascini , noto già per aver indagato su questioni simili ha iniziato un’indagine , ipotizzando che dietro alla rivolta di Roma ci fosse la presenza delle criminalità organizzate.
Il motivo per cui i carcerati si sarebbero rivoltati sta nelle scarse norme igieniche e sanitarie che ci sono all’interno del carcere , motivo che portò al blocco delle visite da parte dei parenti che anch’essi diedero poi vita a proteste davanti ai cancelli delle carceri.
La cosa che però desta sospetto e non poco è la presenza in disparte di due detenuti , Leandro Bennati che è stato da sempre uomo fidato di Diabolik e Daniele Mezzatesta che nel momento dell’arresto gli furono trovate un numero infinito di armi.

L’ipotesi avanzata è che nella cabina di regia ci fosse la malavita e la mafia  , che avrebbe voluto dimostrare , qualora qualcuno avesse ancora dubbi , la continua rilevanza e importanza anche all’interno delle carceri , anche durante un periodo di emergenza così importante.
A dare peso a questa ipotesi  vi è la contemporaneità dei tumulti , infatti in tutta Italia le proteste iniziarono subito dopo pochi secondo da quelle di Rebibbia , ciò sottolinea la comunicazione che purtroppo esiste in questo contesto ove non dovrebbero esserci collegamenti con l’esterno e sopratutto con le criminalità organizzate.
Il Pm sta studiando la situazione, a breve ci saranno importanti novità.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi